"Non Uccidere": con Miriam Leone, Rai3 rilancia i centri di produzione TV di Torino
Prodotta da Fremantle Media (la stessa casa di produzione di Upas) e approvata dalla Rai nel piano fiction per il 2014, "Non Uccidere" vedrà per protagonista Miriam Leone. Tra un mese e mezzo partiranno le riprese della prima stagione, composta da 12 puntate da 100 minuti. Dietro la macchina da presa ci sarà il regista Giuseppe Gagliardi, mentre tra gli sceneggiatori figura Claudio Corbucci. Come confermato da La Repubblica, i costi di produzione per la prima serie ammonterebbero a circa 10 milioni di euro.
Da diversi mesi sono inoltre già partiti i casting in collaborazione con Film Commission Piemonte per cercare attori e comparse. Nei prossimi mesi la Rai e Fremantle contano di impiegare 400 persone, tra artisti, autori e creativi, di cui il 90 per cento residenti a Torino o in Piemonte. Altri 200 saranno occupati tra servizi generici di produzione, manovalanza e sicurezza. Oltre 300 i set previsti tra esterni ed interni, fra questi la Questura, che sarà ricostruita su un’area di 900 metri quadri. A tutto ciò si andranno ad aggiungere le ricadute sull’indotto, catering, hotel, noleggi e fabbisogni di vario genere, che dovrebbero dare nuovi impulsi alla città e in particolare al quartiere Lucento.
Sempre stando a quanto riportato da La Repubblica, la serie tv avrà una durata di almeno tre anni. Dei quattro studi di Corso Lombardia, attualmente in fase di ristrutturazione, due passeranno in sub-concessione e poi in concessione alla Rai, che si occuperà della gestione e della manutenzione. Grande soddisfazione è stata espressa dall’assessore alle Partecipate della Città, Giuliana Tedesco, che in questi mesi ha seguito la trattativa su input del sindaco Fassino.
“Si tratta di una grande occasione. Virtual e Multimedia Park da zavorra e peso per il Comune si trasforma in un’opportunità di sviluppo non solo per il quartiere, ma per Torino. Obiettivo che abbiamo perseguito da quando si è deciso di mettere in liquidazione la società. Un cambio di passo che ci porta a rafforzare la presenza Rai in città”.
Le fa eco l’assessore al Patrimonio Gianguido Passoni, che dichiara:
“L’interesse per la Città è doppio, non solo il riutilizzo di un complesso immobiliare a rischio di progressivo degrado, ma la possibilità di rilanciare la città come centro di produzione cinematografica e televisiva”.
Una nuova rinascita televisiva dunque per la città di Torino. In realtà pochi ricordano che ben venti anni fa Giovanni Minoli propose la realizzazione di una soap – in seguito diventata Un Posto al Sole – nel capoluogo piemontese. A rivelarlo fu lo stesso giornalista nel 2012 a Dogliani, nel corso del festival della televisione e dei nuovi media.
“Sono torinese e sarei stato contento se il progetto si fosse realizzato nella mia città, ma non fu possibile. La realizzazione della fiction modificava il modo di lavorare e non era prevista dai contratti di lavoro in vigore quindici anni fa. I sindacati della Rai di Torino alzarono un muro difendendo le regole del contratto di lavoro di allora. Non ci fu nulla da fare.”
Così lo stesso Minoli decise il trasloco della produzione a Napoli.
“A Napoli proposi alla Cgil una sperimentazione di un anno: se non avesse funzionato avremmo smesso la produzione. Oggi siamo alla puntata numero 3.500 e la fiction è diventata una vera cassaforte per la Rai, sia in termini di pubblicità, sia per la vendita dei diritti all’estero. Con quella produzione Torino avrebbe potuto tornare ad essere la capitale della tv”.
Fonte: http://www.davidemaggio.it/
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