Intervista su "La Repubblica"
Niente trucco, addio chioma rossa da seduttrice. Miriam Leone, la femme fatale della saga su Tangentopoli 1992 si trasforma in Non uccidere, la nuova serie di Giuseppe Gagliardi in dodici episodi in onda su RaiTre dall' 11 settembre. Seguendo il filone delle "eroine imperfette" tanto amate in America- da Diane Kruger (The bridge) a Claire Danes (Homeland) - l' attrice interpreta un ispettore di polizia, Valeria Ferro che ha un passato doloroso.
«Un ruolo bellissimo», racconta l' attrice siciliana. «Valeria è una ragazza selvaggia, cresciuta in una casa sul lago in mezzo al nulla, legata al fratello. Fila tutto liscio fino al giorno in cui la madre uccide il padre. L'ossessione per la verità l' accompagna da quando è bambina, per questo entra in polizia anche se di fondo è anarchica. Il suo obiettivo non è risolvere i casi ma scoprire come sono andate davvero le cose, non si accontenta mai anche quando tutto - apparentemente - quadra. Claudio Corbucci ha scritto una sceneggiatura perfetta». Ambientata a Torino, Non uccidere - realizzata da Freemantle e RaiFiction - riporta la fiction su RaiTre e indaga sui crimini all' interno della famiglia, mescolando crime e indagine psicologica. Nel cast Thomas Trabacchi (capo della Ferro e suo fidanzato), Monica Guerritore (madre della protagonista) e Gigio Alberti, compagno della donna. Ogni episodio vede protagonisti attori guest star (Gianmarco Tognazzi , Domenico Diele, Mariella Valentini, Elisa Sednaoui).
«Valeria Ferro indaga su uxoricidi, stalking, prostituzione minorile, parricidi e scomparse di minori», racconta la Leone, «ma contemporaneamente affronta un' indagine privata sulla madre e sul proprio passato. La Guerritore è un' attrice fantastica, di cui percepisci l' energia e la sensibilità, il nostro rapporto madre-figlia ce lo siamo costruito giorno dopo giorno sul set, cercando il realismo».
Dagli abiti da vamp di 1992 alla tenuta sportiva, essenziale, di Non uccidere , la Leone ha deciso di mettersi in gioco. «Quando ho fatto il provino per il ruolo avevo solo un po' di fard e il mascara. Gagliardi, lo stesso regista di 1992 mi ha detto: "Vai in bagno e levati tutto". Mi sono lavata la faccia e mi sono asciugata con le salviette di carta, non proprio l' ideale. Ero al mio peggio, ma secondo il suo punto di vista perfetta. Poi abbiamo tolto il rosso dei capelli, troppa luce, li abbiamo scuriti. Più posso cambiare più mi sento me stessa, su questo set ho avuto la sessione di trucco più breve della storia. Più avevo le occhiaie più erano contenti ».
Come in True detective, l' ispettrice resta sola sul luogo del delitto. «Allontana tutti come se il cadavere potesse suggerirle qualcosa, cerca indizi invisibili, per me è stato molto interessante, abbiamo potuto contare sulla consulenza degli esperti di medicina di legale di Torino. La città è un' altra grande protagonista».
Dal concorso di Miss Italia (vinto nel 2008) alla tv come conduttrice, ora attrice, Miriam Leone è determinata. «Non mi piacciono le catalogazioni, nella vita sai che ci sono tanti gradini davanti a te. Una volta ce la fai a salire, un' altra inciampi, ma sai che devi arrivare fino in fondo. Questo personaggio volevo farlo, volevo togliermi di dosso i parrucconi, gli orecchini patacca, ci vuole un attimo per diventare cliché . 1992 è stata un' esperienza bellissima ma è passata. Penso che un attore possa dare il meglio di sé proprio quando deve cambiare radicalmente».
A chi s' ispira? «Ci sono tanti personaggi femminili forti, ma mi ha colpito molto Elisabeth Moss in Top of the lake di Jane Campion, con quella comunità di donne forti, libere di essere se stesse. Nei suoi occhi potevi specchiarti, era vera».
Silvia Fumarola per La Repubblica
«Un ruolo bellissimo», racconta l' attrice siciliana. «Valeria è una ragazza selvaggia, cresciuta in una casa sul lago in mezzo al nulla, legata al fratello. Fila tutto liscio fino al giorno in cui la madre uccide il padre. L'ossessione per la verità l' accompagna da quando è bambina, per questo entra in polizia anche se di fondo è anarchica. Il suo obiettivo non è risolvere i casi ma scoprire come sono andate davvero le cose, non si accontenta mai anche quando tutto - apparentemente - quadra. Claudio Corbucci ha scritto una sceneggiatura perfetta». Ambientata a Torino, Non uccidere - realizzata da Freemantle e RaiFiction - riporta la fiction su RaiTre e indaga sui crimini all' interno della famiglia, mescolando crime e indagine psicologica. Nel cast Thomas Trabacchi (capo della Ferro e suo fidanzato), Monica Guerritore (madre della protagonista) e Gigio Alberti, compagno della donna. Ogni episodio vede protagonisti attori guest star (Gianmarco Tognazzi , Domenico Diele, Mariella Valentini, Elisa Sednaoui).
«Valeria Ferro indaga su uxoricidi, stalking, prostituzione minorile, parricidi e scomparse di minori», racconta la Leone, «ma contemporaneamente affronta un' indagine privata sulla madre e sul proprio passato. La Guerritore è un' attrice fantastica, di cui percepisci l' energia e la sensibilità, il nostro rapporto madre-figlia ce lo siamo costruito giorno dopo giorno sul set, cercando il realismo».
Dagli abiti da vamp di 1992 alla tenuta sportiva, essenziale, di Non uccidere , la Leone ha deciso di mettersi in gioco. «Quando ho fatto il provino per il ruolo avevo solo un po' di fard e il mascara. Gagliardi, lo stesso regista di 1992 mi ha detto: "Vai in bagno e levati tutto". Mi sono lavata la faccia e mi sono asciugata con le salviette di carta, non proprio l' ideale. Ero al mio peggio, ma secondo il suo punto di vista perfetta. Poi abbiamo tolto il rosso dei capelli, troppa luce, li abbiamo scuriti. Più posso cambiare più mi sento me stessa, su questo set ho avuto la sessione di trucco più breve della storia. Più avevo le occhiaie più erano contenti ».
Come in True detective, l' ispettrice resta sola sul luogo del delitto. «Allontana tutti come se il cadavere potesse suggerirle qualcosa, cerca indizi invisibili, per me è stato molto interessante, abbiamo potuto contare sulla consulenza degli esperti di medicina di legale di Torino. La città è un' altra grande protagonista».
Dal concorso di Miss Italia (vinto nel 2008) alla tv come conduttrice, ora attrice, Miriam Leone è determinata. «Non mi piacciono le catalogazioni, nella vita sai che ci sono tanti gradini davanti a te. Una volta ce la fai a salire, un' altra inciampi, ma sai che devi arrivare fino in fondo. Questo personaggio volevo farlo, volevo togliermi di dosso i parrucconi, gli orecchini patacca, ci vuole un attimo per diventare cliché . 1992 è stata un' esperienza bellissima ma è passata. Penso che un attore possa dare il meglio di sé proprio quando deve cambiare radicalmente».
A chi s' ispira? «Ci sono tanti personaggi femminili forti, ma mi ha colpito molto Elisabeth Moss in Top of the lake di Jane Campion, con quella comunità di donne forti, libere di essere se stesse. Nei suoi occhi potevi specchiarti, era vera».
Silvia Fumarola per La Repubblica
Hello Miriam , how are you?, good serial La dama velada, greetings from Canary Islands, Spain .
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